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COMITATO NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI |
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1633 Galileo abiura![]() |
Approfondimenti![]() |
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Tre anni dopo la morte di Federico Cesi, il 22 giugno 1633, Galileo Galilei in abito da penitenza
pronuncia davanti ai Cardinali della Congregazione una pubblica abiura:
" con cuore sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie"
Che lo scontro tra lo scienziato e la Curia Romana fosse ormai prossimo alla fine andava già manifestandosi
nell'agosto del 1932, quando giunse dall'Inquisizione l'ordine di sospendere la vendita del capolavoro galileiano Dialogo sopra i due Massimi Sistemi. A pochi mesi di distanza dall'ordine di sospensione, nel dicembre del 1632, sopraggiunse l'ordine di Urbano VIII che intimava a Galileo di presentarsi a Roma di sua volontà se non voleva esservi condotto legato anco coi ferri.
Durante l'impari lotta tra il solo Galileo e la Chiesa romana, l'Accademia, che con la scomparsa di Cesi si era trovata senza guida, viene lasciata fuori da qualsiasi disputa senza mai essere menzionata in alcuna circostanza, anche perché tra le sue fila figura ancora il nome del nipote del pontefice, Francesco Barberini.
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