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COMITATO
NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI |
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Breve storia dell'emblema Linceo |
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La storia dell'Accademia dei Lincei inizia nel 1603, quando quattro giovani amici guidati da nobile Federico Cesi danno vita a un sodalizio dedito allo studio della Natura. Con la storia dell'Accademia inizia anche la storia del loro emblema: la lince. Federico vede per la prima volta la rappresentazione simbolica della lince (Fot. 1) impressa sul frontespizio di due opere del napoletano Giovanbattista Della Porta, Phytognomonica … octo libris contenta, e Magnae Naturalis librix, edite a Napoli nel 1589 e da qui prende lo spunto per l'emblema che avrebbe scelto nel 1603: la lince animale dotato di straordinario acume visivo, sottolinea il profondo spirito d'osservazione e di indagine con il quale i quattro soci fondatori si dedicano alle loro ricerche.
Inizialmente la scelta ricade sulla raffigurazione della lince che assale Cerbero (Fot.2), accompagnata dal motto Sagacius Ista. "… la quale insegna indicava che, mentre studiavansi queli Accademici di penetrare più addentro che per loro si potesse nei segreti della natura, intendevano di opprimere e quasi lacerare i vizi tutti ed i malvagi costumi, ma che da cielo soltanto e da Dio ognu lume in ogni scienza attendevano "
Successivamente Cesi semplifica lo stemma e vi rimase soltanto la Lince. Per sottolineare la "fraternità e lincealità” del sodalizio, il giovane princeps dell'Accademia dona una collana d'oro con pendente con il simbolo linceo plasmato in oro.
Dal 1609 in poi, alla lince scolpita in oro il Cesi sostituisce, quale dono e simbolo accademico, uno smeraldo rettangolare con sopra incisa una lince e con in alto il nome dell'accademico e in basso quello del Cesi quale I.P. ( Institur et Princeps ). Purtroppo non si è conservato alcun esemplare né della collana né dell'anello. Tuttavia di quest'ultimo ci sono giunte le impronte che i primi lincei appongono accanto alle loro sottoscrizioni nei documenti accademici (Fot. 4, Fot. 5).
Un'ulteriore rappresentazione della Lince accademica si trova nel timbro o bollo ovale, con l'animale contornato dalla scritta "Ex bibliotheca Lincaea Federici Caesi Lynceorum pricipis marchionis montis caelii II", la cui impronta si vede impressa sui manoscritti dell'Archivio (Fot. 6).
Diverse raffigurazioni della Lince compaiono nelle medaglie cesiane, sulle quali nel retto era impresso il titolo principesco del Cesi e nel verso il motto Lynceis Institutis, con due varianti: in una, la lince compare sotto la corona marchesale più snella e agile (Fot. 7), nell'altra sotto una corona principesca, appare una lince di corporatura più grossa e tozza, poggiata sulle quattro zampe e con gli occhi e le orecchie rivolti verso chi guarda (Fot. 8).
Altre varianti della Lince compaiono subito nell'iconografia lincea durante il Seicento.
Anche gli stessi accademici si cimentano personalmente nella raffigurazione della Lince, e lo Stelluti, uno dei quattro soci fondatori, ritrae nel suo Persio la lince presa " dal vivo con ogni diligenza " (Fot. 10). Durante il secondo rinascimento dell'Accademia, promosso a Roma da Feliciano Scarpellini all'inizio dell'Ottocento, viene coniata nel 1819 una medaglia d'argento con inciso nel retto il nome di ciascun Linceo e nel verso una grossa e tozza Lince, volta a sinistra, con il motto Linceis Restitutis
Dopo l'unità d'Italia, nel 1892 la Reale Accademia dei Lincei a partire dalla serie quarta dei suoi "Rendiconti" e "Memorie", dopo un breve periodo di adozione di una Lince volta a destra, con sotto la data di fondazione della prima Accademia, torna alla Lince volta a sinistra entro l'alloro, sotto la corona marchesale, con il motto in tondo Linceis Insitutis (Fot. 12). Anche in questo caso, comunque, sono numerose le varianti in circolazione (Fot. 13; Fot. 14).
Nel 1935, in pieno regime fascista, viene disegnato ex novo e adottato un nuovo stemma per la Reale Accademia dei Lincei: la lince è raffigurata all'interno dell'alloro, sotto un fascio littorio sormontato dalla corona sabauda (Fot. 15).
Presso l'Archivio storico dell'Accademia Nazionale dei Lincei a Roma sono conservati il bozzetto originale del nuovo stemma e il decreto di adozione (Fott. 16) firmato da Benito Mussolini.
La Reale Accademia d'Italia, voluta dallo stesso Duce e fondata nel 1926, adotta uno stemma dove non compare alcuna lince, ma semplicemente lo scudo crociato sabaudo sotto la corona (Fot. 17).
Con la soppressione della Reale Accademia d'Italia e la rifondazione dell'Accademia Nazionale dei Lincei, nel secondo dopoguerra, viene ripristinato l'antico stemma dei Lincei, quello che compariva nel Lynceographum, non prima, tuttavia,
di aver effettuato numerose prove e versioni come documentano numerosi bozzetti, conservati presso l'Archivio storico dell'Accademia a Roma (Fott. 18). |