Home Page
COMITATO NAZIONALE PER IL
IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA
ACCADEMIA DEI LINCEI
HOME PROTAGONISTI INIZIATIVE CRONOLOGIA LUOGHI
A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z  
Giovambattista della Porta   Approfondimenti


Cassiano Dal Pozzo Giuseppe Gabrieli
 

Giovambattista della Porta nasce a Vico Equense nel 1538 – sebbene la data esatta della nascita sia discussa - e muore a Napoli nel 1615.
Filosofo, scienziato e autore di commedie, è noto soprattutto per l'opera Magia naturalis, che inizia a scrivere a quindici anni, e che lo impegnerà per tutta la vita. Non riceve una formazione universitaria e i suoi insegnanti sono tutti precettori privati, per lo più ignoti, a parte il filosofo e medico reale di Napoli, Antonio Pisano, e il naturalista calabrese Domenico Pizzimenti.
Il padre, Leonardo di Antonio Della Porta, dal 1541 presta servizio alla corte dell’Imperatore Carlo V, e il giovane Giambattista ha occasione di viaggiare molto in Italia e in Europa. Ha così modo di frequentare le biblioteche europee e di conoscere molti insigni studiosi, oltre a poter acquistare libri rari e preziosi. In diverse occasioni citerà le sue esperienze di viaggio, in particolare nell’opera Villae, dove descrive molti dei luoghi visitati: la Calabria, le Puglie, la Lombardia, Venezia, la Francia, la Spagna.
I suoi interessi spaziano dal tema della rifrazione della luce alla botanica, dall'alchimia al magnetismo, alla fisiognomica, alla magia. Tra le discipline da lui maggiormente coltivate vi sono l'astrologia, l'ottica, la matematica, la meteorologia, la botanica.
Nel 1558 pubblica a Napoli la Magia naturalis sive de miraculis rerum naturalium libri IV, opera che lo rende noto a livello europeo e nella quale, tra scienza e magia, cerca di approfondire la conoscenza dei fenomeni naturali e tenta di dimostrare che alla base di fenomeni ritenuti misteriosi vi sono cause naturali: per questa ragione viene accusato di stregoneria. A Napoli fonda l’Accademia dei Segreti, con l’intenzione di riunire gli studiosi interessati soprattutto alla scoperta delle cause dei fenomeni naturali.

Nel 1579 viene invitato dal Cardinale Luigi d'Este a Roma, quindi a Venezia. Durante questi soggiorni lavora alla realizzazione di dispositivi ottici, tra cui uno specchio parabolico.
E' sua l'idea di inserire un obiettivo nell'apertura dell'obscura della macchina fotografica, contribuendo allo sviluppo della fotografia. I suoi studi dell'occhio umano danno impulso alla conoscenza dell'oftalmologia. Nella sua abitazione allestisce un personale museo di storia naturale, aperto al pubblico, dove esibisce animali, minerali e piante rari, raccolti e collezionati durante i suoi viaggi, contribuendo così alla maturazione del concetto di museo pubblico.
Nonostante i suoi rapporti con i Gesuiti e i Teatini, che dimostrano la sua adesione agli ideali della riforma cattolica, le sue pubblicazioni sono più volte vietate dall'Inquisizione, che giunge a negargli la possibilità di scrivere di scienza e di filosofia e perfino di condurre ricerche scientifiche.

Nel 1586 pubblica il più importante testo di fisiognomica del periodo, il De Humana Physiognomonia. Anche in questo caso va incontro al veto delle autorità ecclesiastiche. Il trattato viene più volte ristampato: nel 1610 anno dell’ingresso del Della Porta all’Accademia dei Lincei e nel 1637, a cura di Francesco Stelluti.

Al 1589 risale la pubblicazione della seconda edizione della Magia naturalis in venti libri, alla cui stesura il Della Porta ha lavorato per oltre venti anni.
Contemporaneamente alle attività scientifiche, coltiva la passione per il teatro e scrive molte opere, tra cui Olimpia, Penelope, Fantesca. Nei primi anni novanta del Cinquecento, la censura ecclesiastica si inasprisce e il Della Porta viene colpito dal divieto di stampare qualunque opera che non abbia ricevuto il consenso del Sant’Uffizio, in particolare la versione volgare della Fisionomia umana, che pubblicherà qualche anno dopo con lo pseudonimo Giovanni de Rosa a Napoli.
Nel 1604 Federico Cesi principe linceo fa visita all'anziano mago-scienziato a Napoli per il quale nutre una profonda ammirazione.
Il Della Porta è stato tra i primi nuovi lincei iscritti all'Accademia, dopo la crisi iniziale del sodalizio. La sua sottoscrizione ufficiale ai Lincei, all'età di settantacinque anni, risale all'8 luglio 1610, mentre nel 1612 viene nominato Vice-Principe del Liceo di Napoli, la prima e unica sede distaccata dell'Accademia.


Per Cesi il Della Porta scrive un compendio della storia e genealogia della sua famiglia, il cui argomento viene ripreso nella dedica al Cesi stesso dell’opera De distillatione, pubblicata nel 1608, contenente numerose scoperte chimiche. In questo periodo inizia la diatriba tra il Della Porta e Galileo circa la paternità dell’invenzione del cannocchiale. Sebbene in seguito egli decida di riconoscere a Galileo il merito del perfezionamento dello strumento, nel 1610 l’Accademia dei Lincei, per opera del Cesi, attribuisce a Della Porta l’invenzione.
Nel 1613 lo scienziato napoletano riceve dai Lincei una medaglia, consegnata da Francesco Stelluti che giunge a Napoli per acquistare un edificio per la sede partenopea dell’Accademia. In questa occasione il fabrianese cerca anche di convincere Della Porta a lasciare in eredità ai Lincei la sua preziosa biblioteca, ma quando il 4 febbraio 1615, dopo una breve malattia, lo studioso muore a Napoli nella casa della figlia Cinzia, questa viene nominata insieme alla sua famiglia erede di tutto il patrimonio, compresa la biblioteca.





 
Protagonisti
Federico Cesi
Protagonisti
Francesco Stelluti
CONTATTI MAPPA RICERCA RICERCA LUOGHI ENGLISH
© Copyright 2002-2003 - ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI