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La famiglia de Filiis, un tempo appartenente alla stessa
casata dei Cesi, se ne era divisa verso la metà del XV secolo,
quando Carlo de Filiis de Caesis, conte palatino, si era trasferito da
Cesi a Terni ottenendo dall'imperatore, per sé e la sua discendenza
maschile, il diritto di essere "notari e sindaci ordinari".
Anastasio de Filiis nasce a Terni nel 1577. Il padre, Paolo de Filiis,
è gonfaloniere della città, mentre non si hanno notizie della
madre. Anastasio è il primo di tre fratelli, uno dei quali, Angelo
(1583-1624), diventerà bibliotecario dell'Accademia dei Lincei
e scriverà la lettera dedicatoria e la prefazione alle Lettere
sulle macchie solari di Galileo. Non si hanno invece notizie dell'altro
fratello, Valentino.
Mancano dati sull'infanzia e la prima formazione culturale di Anastasio.
È comunque certo che nel 1603 egli sia a Roma, ospite di Federico
Cesi, in occasione della fondazione dell'Accademia. In virtù dei
suoi interessi per l'astronomia e la sua attitudine alla costruzione di
congegni meccanici, Cesi gli chiede di fabbricare un astrolabio, terminato
il 22 ottobre 1603, e andato poi perduto. Nello strumento, come riferisce
l'Odescalchi, sono "descritti tutti i corpi celesti colle loro dipendenze
secondo i più moderni non men che antichi sistemi di filosofia".
Oltre a essere l'esperto del sodalizio in materia di storia, de Filiis
deve, in qualità di Lynceorum secretarius, annotare tutti
gli Atti dell’Accademia. L'Eclipsatus, l'appellativo di
de Filiis all'interno dei Lincei, sceglie come stemma una luna in eclissi
e l'epigrafe Spero lucem.
Anche lui, come gli altri primi soci, è costretto ad allontanarsi
da Roma negli anni immediatamente successivi alla fondazione dei Lincei
a causa delle persecuzioni del duca di Acquasparta, padre di Federico,
che sospetta i quattro giovani di pratiche magiche e di comportamenti
immorali. Tra tutti, Anastasio è il meno osteggiato e lo stesso
duca lo incarica di rintracciare il figlio scomparso. Il carteggio tra
i quattro giovani rivela che in quegli anni (1603-1606), il de Filiis
si sposta spesso, dimorando alternativamente a Terni e a Roma. Anche quando
è lontano dalla sede romana Anastasio continua a
svolgere le funzioni di segretario dell'Accademia. Dopo il 1606, forse
perché richiamato dalle lezioni di Giovambattista della Porta,
parte alla volta di Napoli, dove muore nel 1608. Delle sue opere, che
figuravano fra i manoscritti perduti della Biblioteca Albani, sono rimasti
solo due titoli: De arcanis naturalibus e Novae saecundorum
notuum tabulae ab Eclipsato Lyncaeo delineatae.

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