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COMITATO
NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI |
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Cassiano dal Pozzo
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Il Cavaliere Cassiano dal Pozzo nasce nel 1588 e muore nel 1657. Medico, alchimista, letterato, archeologo e botanico è uno degli intellettuali più importanti nell'Europa del Seicento. Mecenate e grande collezionista, teorizza e promuove la "rivoluzione" artistica e filosofica del Barocco. Uomo dalle spiccate doti politiche e diplomatiche, è coppiere pontificio, ministro delle arti e della cultura umanistica e scientifica della Santa Sede e segretario del Cardinale Francesco Barberini, Linceo come lui. Tra gli artisti più celebri che frequentano il suo cenacolo, e da lui protetti e promossi, ricordiamo Nicolas Poussin, Simone Vouet, Alessandro Algardi, Artemisia Gentileschi, Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, il Caravaggio. Amico di Galileo Galilei e di Federico Cesi, oltre che degli altri lincei, condivide con loro l'amore per la scienza. Celebre è la sua intensa attività di collezionista. Fin dal 1615, Cassiano inizia a raccogliere e conservare disegni, soprattutto del Quattrocento e del Cinquecento e commissiona ad alcuni artisti, “giovani ben intendenti del disegno”, i disegni dall'antico e naturalistici, che, raccolti in centinaia di album e ordinati in sezioni tematiche, costituiranno il suo famoso “Museo Cartaceo”. Gli sforzi dei Lincei ottengono un primo risultato concreto nel 1628, quando viene portata a termine la stampa dell'opera da pagina 1 a pagina 936 con frontespizio di M. Greuter, ma per vedere l'opera completa occorre attendere ancora più di venti anni. Nell'ultima lettera inviata dallo Stelluti a Cassiano, del 20 novembre 1651, viene annunciata la fine della stampa del Tesoro. "Né questa [il Tesoro, n.d.r] sola obbligazione tiene al Comendator dal Pozzo l'Accademia Lincea, percioché egli dopo la perdita lacrimevole del suo Fondatore accogliendo senz'alcun riguardo di spesa i disegni e i pensieri di così dotta adunanza, prorogò ad essa, che già languiva pietosamente la vita: anzi assicurandola da futuri accidenti la virtù propria la fe divenire immortale " Dalla corrispondenza tra i due, durata dal 1622 al 1651, emerge la cura con la quale i due Lincei si preoccupano, dopo la morte del Cesi, di salvare e di promuovere l'eredità spirituale e materiale del principe, altrimenti a rischio di dispersione, anche per la mancanza di un successore. Nel dicembre 1633 la vicenda ha felice conclusione con la vendita a Cassiano dal Pozzo della biblioteca cesiano-lincea e di parte del museo di curiosità scientifiche raccolte dal Cesi, che confluiscono nelle già ricche collezioni del Cavaliere, conservate nella sua dimora di S. Andrea della Valle a Roma. In un codice conservato nella Biblioteca Corsiniana e dell'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Arch. Linceo 32 (già 42), si può leggere l'inventario dei beni di Federico Cesi. Proprio in questo inventario, per quanto riguarda la Biblioteca, risultano numerose edizioni dei secoli XVI e del primo XVII. I libri, ordinati per materia e formato, riguardano: secreti naturali, medicina e piante, medicina, naturali e medicinali, matematica, fisici e teologici, eruditi, morali et historici, grammatici, poetici, libri varij. Grazie a Cassiano dal Pozzo, la biblioteca e il museo del Cesi possono continuare, secondo l'intendimento del Principe, a essere conservati per lo studio e la ricerca, " un embrione di laboratorio universitario, uno dei primi del genere in Europa " (F. Haskell, Mecenati e pittori , Firenze, 1966, p. 167). |