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COMITATO NAZIONALE PER IL
IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA
ACCADEMIA DEI LINCEI
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Fabio Colonna   Approfondimenti


Federico  CesiCassiano Dal Pozzo
 

Fabio Colonna entra a far parte dei Lincei nel 1612.
Le porte dell’Accademia si aprono al napoletano in seguito alle belle parole che spende per lui un altro insigne partenopeo Giovambattista Della Porta.
A tal proposito, il 17 marzo 1612 Federico Cesi si consulta con Galileo a riguardo dei nomi proposti dal Della Porta e scrive sul Colonna:
… et conoscendo che primieramente detto Porta desiderava, alcuni suoi amici e compatrioti fossero ammessi tra di noi, scrissi a V.S. il tutto, et le proposi le persone ch’io intendevo et loro qualità, per sentirne il suo parere…; il sig. Fabio Colonna, erudito di belle lettere latine e greche, et d’esquisitissimo giudizio soprale cose naturali e cognition d’esse, massime delle piante, come si vede per dei suoi libri stampati; possiede anco assai bene le meccaniche et spirituali, et è buon iurisconsulto, che questo anco pol giovar nella attiva…
Non avendo nulla da ridire Galileo, le nomine vengo effettuate e, insieme al Colonna sono ascritti Nicola Antonio Steliola, Filesio Costanza della Porta e Don Diego D’Urrea, tutti napoletani.
Il vice-principe del Liceo Napoletano, come viene nominato il Colonna, erudito di lettere antiche come ci informa Cesi, si era laureato a Napoli in Giurisprudenza dopo aver studiato sin da giovanissimo il greco e il latino. Di salute cagionevole fu costretto ad abbandonare l’attività forense e si dedicò con assiduità allo studio dei testi antichi di medicina, di storia naturale e di botanica, divenendo ben presto un esperto del settore.
Allievo di Ferrante Imperato, strutturò erbari ben organizzati, ordinati e ricchi di descrizioni e illustrazioni.
Fra il 1606 e il 1616 il Colonna affronta il problema dei fossili. Secondo la tradizione aristotelica questi non sono altro che una sorta di meraviglie della natura, ma gli studi del Colonna mettono in luce l’origine organica di tali formazioni. Nel 1616 egli dimostra nel De glossopetris dissertatio, incluso nel trattato di biologia marina De purpura, come le glossopetre non sono bizzarrie della natura ma denti di squalo fossili.
Proprio la notorietà che acquisisce in seguito alla pubblicazione di alcuni suoi scritti, lo porterà a essere presentato a Federico Cesi.
All’interno del consesso linceo, il Colonna assume ruoli di grande rilievo. Procuratore e consigliere, si applica con particolare zelo alla cura delle pubblicazioni scientifiche, tra le quali spicca l’Apiarium e il Tesoro Messicano.
A tal proposito Cesi lo incarica di sviluppare le brevi Notae del Terenzio con le sue Annotationes et Additiones che il Colonna consegna al suo Princeps nel luglio del 1628.
Accanto all’attività editoriale, il Colonna riesce a entusiasmarsi per le innovazioni tecniche che stravolgono il modo di concepire l’osservazione scientifica.
Prima il telescopio poi il microscopio, mirabil artificio come lo definisce Cesi, stimolano profondamente gli interessi del Colonna.
Con il telescopio galileiano egli conduce le proprie osservazioni, che, come sono soliti fare tutti i Lincei, non esita a comunicare agli altri soci:
…Ho notato molte macchie solari et quelle della Luna, se ben in Napoli non c’è chi sappia fare telescopi perfetti…
come scrive a Galileo nell’agosto del 1613, dopo che il grande scienziato aveva da poco pubblicato con i Lincei il volumetto Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari.
Naturalmente, anche l’occhialino di Galileo, che il botanico napoletano propone di chiamare Enghiscopio:
Io da che V.S. me ne scrisse haver veduto tale istromento, volsi veder di osservar che cosa poteva essere…Io ho chiamato, come scrissi al Sig. Stelluti, Enghiscopio, che vol dir occhiale da vicino, a differenza dell’altro che vede di lontano et di vicino, ma non tanto, per esser diversa la misura de vetri et modo; che sta ben detto Telescopio per esser perfetto, ma anche se potria quello dire Ponoscopio che di lontano vede minutamente”.
rappresenta per il Colonna una meravigliosa occasione per condurre le proprie osservazioni, senza trascurarne gli aspetti tecnici di costruzione per migliorarne le prestazioni.
Scrive nel gennaio del 1626 a Cesi:
Et però mi son posto a disegnar il rostro dell’ape napolitana, qual è diversa forsi dalla romana che n’accennai al signor Stelluti, che l’avesse meglio osservata”.
E ancora nel luglio dello stesso anno
…si manderà a V. Ecc. un occhiale, che ora le sto facendo il piede et cannana vite; e non farà più di quattro dita, con il quale si potrà vedere tutto il giorno senza travagliar la vista…
Proprio le api sono un soggetto estremamente affascinante per i Lincei, che nel 1625 dedicano a Urbano VIII due splendide tavole, l’Apiarium e la Melissographia, la cui stesura viene curata dallo stesso Colonna.
All’interno del sodalizio, il Colonna gode di così elevata stima e fiducia che dopo la morte di Cesi, avvenuta nel 1630, i Lincei indicano lui come possibile successore del princeps scomparso.
Muore a Napoli nel 1640.




 
idella_porta.html Protagonisti
Giovambattista della Porta
Protagonisti
Federico Cesi
Documenti
Il tesoro Messicano
Protagonisti
Galileo Galilei
Documenti
Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari
Cronologia
1625 Lo studio delle Api
Documenti Apiario
Cronologia
1630: Muore Federico Cesi

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