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COMITATO
NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI |
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Johannes
van Heeck Heckius
in latino, Ecchio in italiano![]() |
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Johannes van Heeck nasce a Deventer nei Paesi Bassi il 2
febbraio 1579 da un'agiata famiglia cattolica. Nella città natale
trascorre la prima adolescenza, ricevendo un’educazione completa:
studia il latino e il greco, l’astronomia e l’astrologia oltre
ad acquisire
nozioni di teologia. In seguito alla persecuzione
calvinista fugge dalla madre patria e si rifugia in Italia, l’unica
terra in grado di garantire una certa sicurezza ai cattolici come lui.
A Perugia, nel 1601, consegue la laurea in medicina e subito dopo inizia
a esercitare la professione, prima a Maenza, presso i Caetani successivamente
a Scandriglia, vicino Rieti, nel feudo del duca Giovanni Corsini, dove,
suo malgrado, è protagonista di una complicata vicenda (Ada Alessandrini, Francesco Pessuti Linceo da Fabriano, 1986)
Tuttavia, nella primavera del 1604, il padre di Federico,
uomo piuttosto rozzo e ignorante, allarmato dal comportamento da setta
esoterica dei quattro amici e dall'influenza che lo stravagante van Heeck
esercita sul figlio, denuncia l'ospite straniero al Santo Uffizio. Sotto
pressioni e intimidazioni, il gruppo si scioglie e van Heeck inizia a
viaggiare per l’Italia, prima a Siena, Pisa e Firenze, poi a Milano
e a Torino, dove conosce Giovanni Botero alla Corte di Carlo Emanuele
I. Attraversa, in seguito, le Alpi e inizia un lungo peregrinaggio attraverso
numerose terre, dall'Inghilterra, alla Norvegia, dalla Francia alla Polonia
passando per la Germania e la Boemia. In uno dei suoi vagabondaggi, viene
assalito da briganti e è costretto a ingoiare l'anello linceo per
evitare che cada nelle mani dei suoi aggressori Durante i suoi viaggi non trascurerà mai di annotare le sue osservazioni, per poi poterle comunicare agli amici rimasti in Italia. La Biblioteca di Montpellier possiede i frutti di questo lavoro, conservando alcuni taccuini di viaggio da lui intitolati Fructus itineris ad Septentrionales. A Praga, presso la corte di Rodolfo II, il van Heeck trova un ambiente ricco e stimolante oltrechè un monarca illuminato, generoso e inclinatissimo alle cose Lyncee "Deliri di alchimisti, oroscopia genetliaca, elisirvite, e pietra filosofica, Thyco Brahe e Keplero, la Viuzza d'oro, le fisionomie ortolane e bellissime dipinte dall'Arcimboldo, Rabbi Löw con suo omuncolo Golem, il ghetto spaurito e sbilenco, l'antico cimitero ebraico, la Kunstkammer dell'imperatore: ecco le componenti e le immagini di quel maleficio, di quel caleidoscopio che chiamiamo Praga rodolfina" (Angelo Maria Ripellino, Praga Magica) Nell'ottobre del 1605 il naturalista di Deventer, torna
in Italia, ma non potendo soggiornare a Roma è ospite prima dello
Stelluti, poi di Federico Cesi, il Celivago. Solo nel 1606 van Heeck può
ritornare a Roma, dove però rimane ben poco. Senza pace l'olandese
abbandona nuovamente l'Italia. "Non arrossire, Tardigrado, se ascolti che un filosofo sa amare…Quindi o mio Tardigrado, non tardare a scrivermi il tuo placet. Anche lei ti ama e con molta umiltà ti saluta" Non ci è dato sapere come è andato a finire
il grande amore del van Heeck. Sta di fatto che il 26 luglio del 1614
ricompare a Roma, accompagnato in mezzo ai Lincei dallo Stelluti. "In questo medesimo colloquio il Signor Giovanni Heckius fu temporaneamente escluso dalle adunanze lincee, per difetto di mente (quod mente sit inquietus), finchè non ritorni in salute" (Verbale dei Lincei del 24 marzo 1616). Da questo momento non si hanno più notizie
del naturalista olandese e la data e il luogo della sua morte rimangono
sconosciute. |