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COMITATO
NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI |
INIZIATIVE | CRONOLOGIA | LUOGHI |
1926 | 1929 | 1930 | 1933 | 1937 | 1938 | 1942 | 1943 | 1944 | ||||
1942 Fondo Antonio Feltrinelli![]() |
Approfondimenti![]() |
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Nel 1942 l'Accademia d'Italia viene a disporre di un fondo inalienabile e perpetuo devoluto per volontà testamentale di Antonio Feltrinelli. Quando, dopo la morte dei fratelli, rimane solo, decide di disporre della sua fortuna personale per fondare una grande istituzione culturale italiana "sul tipo della Fondazione Nobel ". Pertanto, nel testamento del 15 marzo 1936 (pubblicato nel 1942), istituisce erede universale l'Accademia d'Italia e dispone che venga costituito un fondo inalienabile e perpetuo destinato a: "premiare il lavoro, lo studio, l'intelligenza, quegli uomini insomma che maggiormente si distinguono in alte opere, nelle arti, nelle scienze, poiché essi sono i veri benefattori del proprio paese e dell'umanità ". L'eredità di Antonio Feltrinelli, trasferita per legge all'Accademia Nazionale dei Lincei, dopo l'avvenuta soppressione dell'Accademia d'Italia, è stata costituita in ente morale con Decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1949 con la denominazione "Fondazione Antonio Feltrinelli". I premi vengono avvicendati annualmente con il seguente ordine:
Inoltre viene conferito periodicamente un premio per un'impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario. Un anno prima di poter disporre del fondo Feltrinelli, in occasione dell'adunanza solenne della Reale Accademia d'Italia del 21 aprile 1941, vengono conferiti numerosi premi a meritevoli nelle classi delle Arti, delle Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali e delle Lettere. Per quest'ultima, riceve un premio di lire cinquemila Dino Buzzati con la seguente motivazione: “ Nel romanzo e favola e poema, Il Deserto dei Tartari, DINO BUZZATI, presenta uomini e cose con una lucente precisione di realtà trasfigurata a mito. E' la rappresentazione esaltata e crudele del sentimento del dovere, e della sua potenza sulla anime umane: dovere generico e quasi inafferrabile; un imperativo che, tanto più attraente quanto è più misterioso, inebria e divora le vite degli uomni e trasforma in luce la loro memoria ”. |
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