Dopo quasi un secolo dalla scomparsa della prima Accademia dei Lincei, Giovanni Paolo Simon Bianchi (Janus Plancus), medico e naturalista riminese, promuove la rinascita, la prima della sua storia, dell'accademia originariamente fondata da Federico Cesi nel 1603.
Nato a Rimini nel 1693, già a diciotto anni ricopre la carica di segretario di un’accademia di letterati che il cardinale di Rimini Giovanni Antonio Da Via era solito accogliere periodicamente nel proprio palazzo. Dopo aver conseguito la laurea e aver girato il mondo, Bianchi viene chiamato a insegnare anatomia a Siena. Tornato a Rimini, in seguito alla pubblicazione di varie opere in italiano e in latino in merito alle conchiglie, al flusso del mare e alla botanica, traducendo il proprio nome in Janus Plancus, ottiene la cittadinanza nobile e un impiego di medico primario condotto. Nel 1745, decide di ripristinare l’Accademia di Federico Cesi e ne compila le leggi. Ascrive al nuovo sodalizio alcuni dei più brillanti dotti della città riminese oltre ai suoi studenti migliori e intitola sè stesso Linceorum Restitutor. I propositi di Planco risultano essere molto precisi: i Lincei, sotto il pontificato di Benedetto XIV (noto per la sua apertura verso gli studi scientifici) si sarebbero occupati principalmente di fisica, matematica, botanica e storia naturale.
Ai soci, che si riuniscono a casa del Planco, viene consegnato un diploma con la Lince, mentre i giovani studiosi, con il grado di Tironi, dopo due anni di tirocinio hanno la possibilità di iscriversi all'albo accademico.
Il progetto di Bianchi include anche la presenza di una stamperia con iniziative editoriali sotto l’insegna della Lince, ma una municipalità troppo occupata con emergenze di tipo militare ed economico non concede l’autorizzazione a tale iniziativa.
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