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Il settimo convegno Volta, di scienze fisiche, matematiche
e naturali, si svolge dal 26 settembre al 2 ottobre 1937 a Roma, ed
ha per tema: “Lo stato attuale delle conoscenze sulla nutrizione”.
Presidente del convegno è Filippo Bottazzi, fisiologo, accademico
d’Italia, dei Lincei e della Pontificia Accademia delle Scienze.
Sono interessanti le motivazioni dell’importanza del convegno
espresse dalle autorità che lo hanno inaugurato in Campidoglio
nel corso del primo giorno. Hanno formulato i loro saluti e tenuto i
discorsi introduttivi ai lavori personalità quali il marchese
Francesco Dentice d’Accadia, in rappresentanza del governatore
di Roma, il vicepresidente anziano Carlo Formichi, in nome della presidenza
della Reale Accademia d’Italia, da poco assegnata a Gabriele D’Annunzio,
dopo la morte di Guglielmo Marconi, l’onorevole Giuseppe Bottai,
ministro dell’Educazione Nazionale, in rappresentanza del governo
fascista, e il presidente del convegno, Filippo Bottazzi.
Oltre a sottolineare l’importanza crescente di una nuova scienza,
quale quella dell’alimentazione, le diverse personalità
evidenziano nei loro discorsi anche l’importanza dei risvolti
economici, amministrativi, politici alla base degli studi sulla nutrizione
e sul metabolismo umano, che, non a caso, in alcune relazioni verranno
analizzati e spiegati a seconda dell’appartenenza a una determinata
“razza”.
Formichi, per esempio, nel suo intervento sottolinea come nella Scienza
della nutrizione “[…] la ricerca pura, l’indagine
naturale e di laboratorio, si riflette nel campo sociale, concorrendo
a determinare le leggi che presiedono al benessere degli individui,
alla potenza degli Stati.”. Curiosamente egli aggiunge anche,
nella sua “qualità d’indologo”, che in tale
Scienza veda “non solo il trionfo d’indagini recentissime
ma anche la venerabilità d’un problema che affaticò
le menti dei pensatori dell’India fino dal VI secolo av. C. ‘Tutto
questo universo è cibo a chi lo mangia’ troviamo scritto
nella Brhadaranyaka-Upanishad ed è risaputo che il Buddha non
si stancò mai di mettere in evidenza il miracolo dell’energia
intima che porta la fiamma e la vita a sussistere, mantenersi da sé,
mediante la nutrizione”.
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Più esplicito ed esaustivo, nel sottolineare i risvolti ideologici
e politici sottesi al tema del convegno, è Bottai. Nel resoconto
del suo intervento, pubblicato negli atti, si legge infatti che secondo
lui “il tema dell’attuale Convegno ha riflessi sociali,
economici, politici che interessano in sommo grado l’opera di
Governo”, che deve occuparsi di una “politica dell’alimentazione”
in rapporto alle “masse”. Politica “differenziata
[…] da clima a clima – fatto importante per l’Impero
d’Italia, che si estende dalle Alpi all’Oceano Indiano –
e da regione a regione, da mestiere a mestiere, da età a età.
[…]. Una politica che solo gli Stati ordinati e coerenti attorno
a un principio d’autorità possono condurre col necessario
metodo.
[…] Basti accennare, ad esempio, ai rapporti tra l’alimentazione
e il metabolismo medio d’una razza e d’un popolo; ai rapporti
tra le esigenze alimentari e l’accrescimento e la riproduzione:
rapporti che sboccano in altrettanti rapporti di produzione e distribuzione
della ricchezza. Il Duce ha mirabilmente intuito il valore di questi
rapporti. La politica del grano e la politica demografica rappresentano
infatti le vie tracciate per risolvere nel campo della realtà
e della pratica tali problemi, gli uni così strettamente dagli
altri dipendenti, come in effetti dalla fecondità del chicco
dipende la fecondità della razza.”
Appaiono più sorprendenti, perché espresse
da uno scienziato, le affermazioni venate di ossequio alle teorie sulla
superiorità di una razza su altre, espresse da Bottazzi.
“Di suprema importanza la nutrizione è per il bambino e
per la madre […] Se si vuole che il piccolo essere umano si formi
bene, cresca rigoglioso e forte, divenga un campione perfezionato della
razza […] è necessario che ne sia razionalmente, cioè
scientificamente curata la nutrizione. […] La Scienza della nutrizione
offre, però, aspetti e problemi da studiare, non solo al ricercatore
puro, ma anche al sociologo e all’economista, e quindi all’uomo
di Stato, a cui sta a cuore il benessere del popolo e il rendimento
del lavoro umano, l’incremento demografico della popolazione e
il perfezionamento della razza […]”.
(Reale Accademia d’Italia Fondazione Alessandro
Volta, Convegno di scienze fisiche, matematiche e naturali, Tema: Lo
stato attuale delle conoscenze sulla nutrizione, Roma 1938-XVI,
pp. 9-20)

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