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COMITATO NAZIONALE PER IL
IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA
ACCADEMIA DEI LINCEI
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Johann Schreck   Approfondimenti


Faber SchmidtQuintino Sella
 

Johann Schreck, conosciuto con il nome latinizzato di Terrentius (Terrenzio), fa parte di quella cerchia di soci tedeschi entrati a far parte dell'Accademia cesiana poco dopo l'ascrizione di Galileo.
Nativo di Costanza (nel 1576), studia in Germania, in Francia e in Italia dove si laurea alla facoltà di medicina dell'Università di Padova. Studioso dai vasti interessi e di grande cultura scientifica e letteraria, oltre a praticare la medicina si occupa di botanica, di matematica, di astronomia. Non è dato sapere con certezza come e quando viene in contatto personale con Federico Cesi; di certo il medico tedesco è tra gli ospiti della "philosophica ragunata" sul Gianicolo che il principe organizza in onore di Galileo durante il suo soggiorno romano nella primavera del 1611.

Terrenzio sottoscrive l'Albo Linceo il 3 maggio 1611, pochi giorni dopo, dunque, il grande scienziato pisano.

All'interno del sodalizio, presta la sua opera di studioso al grande progetto editoriale del Tesoro Messicano. E' suo il commento che accompagna la prima sezione del volume, quello contenente il testo del Recchi suddiviso in dieci libri. Spesso si tratta di una prefazione a ogni singolo libro o di qualche notizia supplementare sui colori dei fiori, sulla classificazione e la sistematica della piante; assai raramente, invece, il commento entra nel dettaglio della applicazione farmacologica e medicinale della pianta.


Nel consesso linceo il medico tedesco rimane poco. Terrenzio è uomo irrequieto, assetato di sapere, sempre insoddisfatto e decide di entrare a far parte della Compagnia di Ges. Secondo le regole dettate dal Lynceographum, nessun socio può far parte contemporaneamente dei Lincei e di un ordine religioso, così Terrenzio lascia l'Accademia pur rimanendo sempre in contatto con gli amici accademici. Dando sfogo alla sua indole raminga intraprende nel 1621 un lungo viaggio e parte missionario per la Cina . Vi rimarrà fino all'ultimo dei suoi giorni. In quella terra lontana profonde ogni energia in un progetto fortemente voluto dall'ultimo imperatore della dinastia dei Ming, Ch'ung Chien: la riforma del calendario cinese. Nell'adempiere a questo compito, Terrenzio si fa promotore e divulgatore della rivoluzione celeste intrapresa da Galileo in Europa. Nel 1628 compone l'opera Ce tian yeshuo assai importante a questo riguardo. Molti anni dopo la sua scomparsa, l'opera sarà pubblicata dal gesuita Adam Schall von Bell. Il trattato, che fa parte della collezione Nuovo Calendario , è diviso in due parti; la prima descrive l'equatore e l'orizzonte; la seconda, è dedicata alle osservazioni degli astri, della Luna e del Sole. Senza nominarlo mai esplicitamente, Terrenzio cita gli studi di Galileo e dà una descrizione del cannocchiale. Così scrive: " in questi ultimi anni un famoso matematico occidentale ha costruito per osservare Venere, una lente che vede lontano. L'astro appare a volte oscuro, a volte illuminato completamente e a volte illuminato o nella parte superiore o in quella inferiore. Questa è la prova che Venere gira intorno al sole".

Lo Schall si prende cura di pubblicare anche un altro scritto di Terrenzio, il Da ace, letteralmente "grande misurazione". Costituita da due capitoli, l'opera comprende 26 carte e numerose illustrazioni di geometria.

Nel decennio di permanenza in Cina, Terrenzio non si dedica esclusivamente all'astronomia. In rispetto alla suo intelleto polivalente, studia gli animali, le piante locali e le loro virt terapeutiche. I risultati di queste osservazioni vengono raccolti in una opera incompiuta -in due grandi tomi- e illustrata da numerosi disegni eseguiti dallo steso autore. Noto con il titolo di Plinius Indicus, lo scritto sarà molto ammirato dai suoi contemporanei.

Muore a Pechino nel 1630 senza aver fatto ritorno in Europa.




 
Protagonisti
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Cronologia
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