Aveva diciotto anni Federico Cesi, quando, domenica 
          17 agosto 1603 fondò, a Roma nel palazzo di famiglia, l'Accademia 
          dei Lincei. Marchese, destinato a diventare principe, condivideva con 
          tre amici fraterni - l'olandese Johannes van Heeck e gli umbri Anastasio 
          de Filiis e Francesco Stelluti - l'ideale di un'intensa collaborazione 
          scientifica "per cui ciascuno doveva essere nello stesso tempo 
          maestro e discepolo degli altri". 
          
          I primi quattro Lincei, come molti altri dopo di loro, sottoscrissero 
          un albo - affinché tutti sappiano che noi vogliamo osservare 
          per sempre quanto vi è scritto - e assunsero un impegno 
          preciso: coltivare la Sapienza, indagando tutte le scienze della natura 
          con libera osservazione sperimentale con disciplina vigile, uniti 
          in un lavoro associato. Scelsero come emblema la lince, animale 
          cui era attribuita eccezionale acutezza di vista tanto da divenire 
          il simbolo del metodo sperimentale adottato dalla nuova scienza. La 
          regola lincea fu stesa da Cesi nel Linceografo, redatto anche 
          per rendere noto il carattere lecito e ortodosso delle attività 
          accademiche.
          Tale manoscritto è esposto accanto ai Gesta Lynceorum che contengono 
          i verbali delle prime riunioni accademiche e il celebre oroscopo linceo.
          
          La sezione in mostra è arricchita dagli splendidi codici botanici 
          di Federico Cesi, formati da 1365 tavole dipinte, che raffigurano funghi, 
          licheni, alghe, muschi, piante marine e terrestri osservati con l'occhialino 
          per vedere da vicino le cose minime inviato a Cesi da Galileo e 
          denominato microscopio dagli stessi Lincei. Non meno preziosi 
          i taccuini illustrati che contengono gli appunti del viaggio di Johannes 
          van Heeck nel nord-Europa. La straordinaria quantità di illustrazioni 
          che raffigurano animali e insetti, piante e fiori, alambicchi, forni 
          e ampolle, documenta come, nell'ambiente linceo, l'indagine sulla Natura 
          si perseguisse non solo con il discorso scritto, ma anche con il disegno 
          scientifico.
          
          