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COMITATO NAZIONALE PER IL
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Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello
 

Luigi Pirandello è stato il Presidente del quarto convegno Volta. E’ interessante la documentazione d’archivio che attesta, durante la fase di preparazione delle sessioni del convegno, nel gennaio 1934, l’intenzione dello scrittore e drammaturgo siciliano di intervenire al convegno in modo polemico nei confronti del Cinema, dello Sport, della Radio. Tale intento avrebbe dovuto concretizzarsi durante la prima seduta del convegno, dedicata a: “Condizioni presenti del Teatro drammatico in confronto con gli altri spettacoli (Cinema, Opera, Radio, Stadii).” Il tema in questione, tra l’altro, non poteva più essere modificato, in quanto scelto e approvato precedentemente.


E’ illuminante a tale proposito una lettera, classificata come “Riservatissima” e indirizzata al cancelliere dell’Accademia e gerarca della Segreteria del Partito Nazionale Fascista, Arturo Marpicati - firmata con una sigla non identificata, ma forse scritta da Filippo Tommaso Marinetti, Segretario del convegno –. L’autore di questo documento illustra con preoccupazione gli intenti polemici del Presidente del convegno, sottolineando la necessità di bloccare, all’apertura del convegno, la tendenza a farne “una specie di alzata di scudi contro la Radio, il Cinematografo e gli Stadii (vedi Sport).”



Trascrizione della lettera.


Riservatissima 17-1-34-XII

Caro Marpicati,

Nelle due sedute di preparazione del Convegno si è profilata – sostenuta da Pirandello e da qualche altro accademico – la tendenza – più o meno esplicita – a fare del prossimo Convegno una specie di alzata di scudi contro la Radio, il Cinematografo e gli Stadii (vedi Sport).
Sembra a me e ad altri che il trasformare il Convegno in una tal quale polemica contro le altre espressioni costituisca un errore grave e dannoso. Anche perché l’Accademia verrebbe a toccare interessi ingentissimi e altrettanto legittimi di quelli del teatro.
Dato che tale potrebbe essere la tendenza più autorevole dei dirigenti del Convegno, appre assolutamente necessario che la persona che tu sai, approfittando della lettura del programma (il cui primo numero è appunto costituito dal tema del rapporto del teatro con gli Stadi, Radio e Cinema) esprima (incidentale, ma chiara e tassativa) la disposizione che le direttive del Convegno, nella scelta dei temi e delle persone che svolgeranno, si inspirino alla più rigorosa imparzialità nei rapporti con le altre forme di spettacolo.
Insisto nell’avvertirti che occorre che tale direttiva sia manifestata da chi sai con particolare accentuazione e fermezza.
All’obbiezione che non sembra possibile impedire che questo o quel Congressista esprima opinioni contro la Radio o gli spettacoli sportivi, si deve rispondere che il pericolo del nostro Convegno consiste nel fatto che, contrariamente ai comuni Congressi, nei Convegni Volta si fissano i tempi e si designano prima i relatori, così che appunto con tale scelta si può imprimere al Convegno una direttiva piuttosto che un’altra e in ciò appunto consiste il pericolo di un errore che si commetta nel delineare le direttive stesse.

[sigla non identificata]


Questa lettera provoca la reazione repentina di Arturo Marpicati che si affretta a scrivere un promemoria a Benito Mussolini per informarlo su tutta la questione ed avere la sua opinione.



 



Trascrizione della lettera:

Reale Accademia d’Italia
Il Cancelliere

 
PROMEMORIA

Credo di fare presente a S.E. il Capo del Governo, che nella Commissione della Classe delle Lettere della Reale Accademia d’Italia incaricata di organizzare il Convegno Internazionale Volta 1934 sul “Teatro” – Commissione che il Duce riceverà quest’oggi in udienza – si è alzata qualche voce autorevole che vorrebbe o potrebbe imprimere al Convegno un atteggiamento polemico contro la Radio, il Cinematografo e gli Stadii (cioè, contro lo sport).
Tale tendenza si manifesta già anche nel I° dei Temi di discussione proposti al Consiglio: “Condizioni presenti del teatro di prosa, in confronto con gli altri spettacoli: cinematografi, stadii, opera, radio”.
Sembra a me e sembra ad altri Membri della Commissione che tale atteggiamento polemico verso forme di spettacolo altrettando legittime quanto il Teatro, possa nuocere molto ai fini, ideali e pratici, che il Convegno si propone. Parrebbe, pertanto, oltremodo giovevole che S.E. il Capo del Governo esprimesse, fin d’ora, la Sua opinione in proposito, prima che l’impostazione definitiva dei Temi avviasse la discussione piuttosto in uno che in altro senso.
(Si acclude l’elenco dei Temi proposti).


Roma, 18 gennaio 1934/XII.

Non sappiamo in che termini Mussolini sia intervenuto su tale questione, soprattutto durante l’udienza citata nel Promemoria. Sta di fatto che, nel discorso di Pirandello pubblicato negli atti del convegno, non solo non risultano toni polemici da parte dello scrittore nei confronti delle nuove e diverse forme di spettacolo, ma in alcuni passi egli tranquillizza tutti sul tenore delle sue considerazioni.
Ecco dunque alcuni brani sull’argomento, tratti dal discorso del Presidente all’apertura del convegno:

[…] Ma io non debbo né voglio in alcun modo con mie particolari considerazioni preoccupare l’animo di quanti sono stati qui chiamati a trattare i temi proposti dal Convegno e a discutere su essi; posso sì formare l’augurio che dalle vostre trattazioni e discussioni usciranno chiare e ben determinate prima di tutto le condizioni presenti del teatro di prosa in confronto con gli altri spettacoli, e non meno chiari e determinati i provvedimenti da prendere per migliorarle. Giacché, se è vero che il teatro non può morire, non è men vero che esso ha bisogno d’esser difeso, o per dir meglio, d’esser messo in grado di difendersi, anche da sé, appunto nella concorrenza con altri spettacoli che, o hanno già validi sostegni, larchi sussidii e dotazioni da parte dello Stato o di altri enti pubblici, come ad esempio il teatro lirico, o hanno il favore del momento, come i ludi sportivi, per si fabbricano ovunque nuovi stadii, o sono spettacoli nuovi, che per l’enorme vantaggio della loro riproduzione meccanica e la conseguente facilità della loro presentazione, possono ripetersi anche più volte al giorno in vastissime sale di nuova e appropriata costruzione, o senza bisogno d’apposite costruzioni, mediante un piccolo apparecchio, comodamente possono farsi teatro d’ogni casa privata. […]

(Discorso del Presidente del convegno S.E. Luigi Pirandello, in Reale Accademia d’Italia Fondazione Alessandro Volta, Atti dei convegni, 4 Convegno di Lettere 8-14 Ottobre 1934-XII Tema: Il Teatro drammatico, Roma 1935 p. 20)






 
Cronologia
Il quarto convegno Volta: Il teatro drammatico
Documenti
Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello

 

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