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Stranamente Gabriele D’Annunzio non risulta tra gli
invitati al quarto convegno Volta. Egli viene comunque coinvolto da Luigi
Pirandello, che sarà il regista della messa in scena, in quei giorni,
della Figlia di Jorio dello scrittore abruzzese.
E’ interessante lo scambio epistolare di opinioni tra i due scrittori,
a proposito della rappresentazione della Figlia di Jorio.
Trascrizione della lettera.
Mio caro
Luigi Pirandello,
Sono molto contento che in tanta lontananza tu mi dia d’improvviso
questa prova fraterna, nell’allestire e inspirare una nuova rappresentazione
della Figlia di Jorio, che non è se non una grande canzone popolare
per dialoghi. E non servi tuttora nell’orecchio gli accenti e le
cadenze delle stupende canzoni di Sicilia?
Dico che nessuno saprà intonare il verso del mio dramma come
tu solo saprai e insegnerai agli attori.
Anche penso che tu vorrai ridurre l’allestimento scenico a
pochi rilievi essenziali, a una semplicità potente accordata con
le forze ignude del contrasto scenico.
Ho chiesto ad Antonio Bruers s’io possa attendermi una visita
in questo Vittoriale, ove talvolta fosti atteso invano.
Gioverebbe a entrambi un colloquio quasi direti tecnico, poiché
tu se “o teknikos” come io sono.
“Ottimo a me ogni giorno che convenga e piaccia.
Ti offro un bel sasso da porre sulle tue carte scritte, con un bellissimo
rilievo dell’animaliere parmense Renato Brozzi.
Ti prego di abbracciare per me, con l’affetto e l’ammirazione
ch’egli di me conosce, il grande nostro Guglielmo Marconi.
Gli scriverò domani.
Ti
abbraccio |
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Fto.
Gabriele d’Annunzio |
9 settembre 1934
Appare chiaro come nei primi anni del sodalizio linceo le influenze magico
ermetiche tipiche del Cinquecento convivano con una nuova concezione della
scienza che, lentamente, inizia a manifestarsi.
Trascrizione della lettera:
(copia) |
Roma,
18-IX-1934
Via Antonio Bosio 15 |
Mio Caro
Comandante,
mi promettevo il piacere
di
ringraziarti a voce della tua lettera e del graditissimo dono; ma
Antonio Bruers mi fece sapere della tua indisposizione proprio nell’unico
giorno che mi sarebbe stato possibile visitarti, dato il mio molto
lavoro per la preparazione scenica della tua “Figlia di Jorio”
e del prossimo Convegno Volta.
Sono lietissimo che quanto tu mi dici della tua mirabile opera concorda
con la mia interpretazione. Sento anch’io “La Figlia
di Jorio” come una grande canzone da accentare popolarescamente,
con ardore potente e in toni schietti. Farò di tutto perché
gli attori sotto la mia guida si guardino da quella preziosità
letteraria di cui altre volte si sono compiaciuti. Ho intanto ottenuto
dal pittore Giorgio De Chirico bozzetti di scene e costumi, in questo
senso, perfetti.
Se tu avessi consigli e suggerimenti da darmi, mancando ormai il
tempo di parlarne di persona prima della rappresentazione, potresti
darmeli per lettera, e io te ne sarei gratissimo.
Ti abbraccio con la gioia che mi sia offerta l’occazione di
darti questa prova di fraternità artistica.
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Fto.
Luigi Pirandello |
Nella sezione “Telegrammi e
discorsi di chiusura” degli atti del convegno risulta che, sebbene
Gabriele D’Annunzio non abbia partecipato al convegno, gli viene
inviato, su proposta del Presidente Luigi Pirandello un telegramma di
omaggio, indirizzato “al comandante Gabriele d’Annunzio, Principe
di Montenevoso.”. Il messaggio è così concepito:
“Partecipanti italiani e stranieri Convegno Volta sul Teatro,
riuniti per l’ultima seduta, inviano al poeta Gabriele d’Annunzio
un fervido e riverente saluto come a colui che è stato presente
ai loro lavori con spirito animatore e con l’arte sovrana del suo
capolavoro.”
 
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