Il 20 luglio 1937 muore Guglielmo Marconi. Lo stesso giorno il Consiglio accademico della Reale Accademia d'Italia fa diramare un messaggio nel quale si annuncia la scomparsa “ di uno dei suoi figli[dell'Italia, n.d.r] più grandi e più cari ”.
Dall'annuario della Reale Accademia d'Italia si può leggere:
“ Il 19 luglio alle ore 12.30 Guglielmo Marconi lasciava, come di consueto, il suo ufficio presidenziale all'Accademia. Il giorno seguente, alla stessa ora, vi rientrava nella serena immobilità della morte.
Nel pomeriggio di quel 19 luglio egli avrebbe dovuto recarsi in udienza dal Duce, per riferire, fra l'altro, su quesiti riguardanti il Convegno Volta 1938; ma un'improvvisa indisposizione lo costrinse a rinunciarvi. La sera lo stato si aggravò e la mattina del 20 alle 3.45 esalava l'ultimo respiro.
Alle ore 8 giungeva a casa Marconi il Duce accompagnato dal Sottosegretario alla Presidenza del consiglio, S.E. Giacomo Medici del Vascello e dal cancelliere dell'Accademia prof. Marpicati. Il Duce s'intratteneva per alcuni minuti e baciava quindi la fronte del grande scienziato.
In seguito a disposizione del Capo del Governo, la salma, rivestita dell'uniforme accademica, veniva portata nella sede dell'Accademia, ivi accolta dagli Accademici Orestano, Selva, Pascarella e dai funzionari dell'Accademia, e collocata nella Sala di Galatea, trasformata in camera ardente.
Dopo che l'Accademico Selva ne ebbe ritratta la maschera, i saloni furono aperti al pubblico, che vi affluì sino a notte, e poi l'indomani dalle prime ore, in numero strabocchevole. I registri raccolsero la cifra imponente di circa quarantamila firme.
Il Consiglio accademico diramava intanto il seguente messaggio, stampato anche a grandi manifesti, affissi dovunque nell'urbe e, più tardi, anche a Bologna [vedi immagine]…”
 
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