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COMITATO NAZIONALE PER IL
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I Lucretili: i monti della Lince
  Approfondimenti

 

I Monti Lucretili sono uno dei principali punti di riferimento per le passeggiate e le escursioni della studiosa compagnia. Tra queste montagne i Lincei si inoltrano a ricercar le "naturali delizie", in particolare su Monte Gennaro, il più apprezzato da Federico Cesi, che, con riferimento colto e classicheggiante, ama ricordarlo come Monte Giano.
Nel corso delle esplorazioni naturalistiche sul Januarium nostrum, come direbbero i Lincei, la compagnia cesiana è ospite nel castello di San Polo, ove il principe ama trascorrervi parte dell’estate:
"Io mi trovo a svernare in S. Polo, con l’habiti però di questo gennaro..." ( F. Cesi a F. Stelluti, 5 luglio 1612. Cart. Linc. n. 137, p. 247).

Il borgo di San Polo dei Cavalieri sorge sulla sommità di uno sprone roccioso sul versante orientale dei Monti Lucretili, sul quale domina il castello che, alla fine del XIV secolo, fu ceduto per disposizione del papato alla famiglia Orsini. Il dominio di questi su San Polo durò fino al 1558, anno in cui Paolo Giordano Orsini lo vendette al Cardinal Federico Cesi, prozio del fondatore dell’Accademia.
Il Cardinale trasformò quella che era una fortezza in una residenza estiva, frequentata da eminenti personalità. Nel 1613 Federico Cesi Linceo divenne il primo Principe di San Polo.

Numerose lettere del Carteggio Linceo testimoniano la consuetudine di Federico di recarsi a erborizzare sul Monte Giano, particolarmente amato anche dal socio Linceo Johan Faber, colto medico tedesco, prefessore di Botanica alla Sapienza e custode e studioso delle piante provenienti da "l’ultimo monte che tra tutti vediamo Roma per primo biancheggiare di neve e per ultimo spogliarsene" ( De Angelis, Lanza, 1983. Tratto da Animalia Mexicana p 503).

Lo stesso Federico si adopera ad arricchire la collezione del Faber, inviandogli le piante più interessanti che reperisce sul Monte Giano, affinchè il medico tedesco possa trapiantarle nell’Orto Vaticano:
"Invierò a V.S. , dal nostro Anfiteatro, tutte le naturali delizie che potrò trovarvi" ( F.Cesi a J. Faber, 1 giugno 1613)

E ancora: "Invio alcune piante dal nostro Anfiteatro e dal pizzo di Giano: le più interessanti sono... Le ho spedite subito dopo averle cavate da terra, perciò è da sperare che, se trattate e coltivate con cura, crescano vigorose nel favorevole rigugio dell’Orto Botanico non altrimenti che nella loro patria dimora montane." ( F.Cesi a J. Faber, 25 giugno 1613)

L’Anfiteatro, o Pratone, a cui si riferisce Cesi in questa lettera, è un piano carsico che si estende a un’altezza di mille metri sul versante nord ovest del Monte Gaino per una larghezza di cinquecento metri e una lunghezza di mille.
Nell’ottobre del 1611, i primi Lincei vi salgono per una delle loro escursioni "per godere della raccolta più che della semplice osservazione delle piante".

Successivamente, nel 1613, l’Anfiteatro è meta delle erborizzazioni di Federico che vi raccoglie nuovo esemplari da spedire al Faber.

 




 
Protagonisti Federico Cesi
Protagonisti
Johan Faber

 

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