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Leone Caetani nel ricordo della figlia Sveva

 
 Sveva Caetani, figlia di Leone Caetani (Roma 1917- Vernon 1994), raffinata intellettuale, artista e scrittrice, così ricorda il padre Leone Caetani, in un'intervista pubblicata nel volume "Recapitulation: a Jorney by Sveva Caetani", a cura di Heidi Thompson:

"Non penso ci sia stato un solo giorno dalla sua morte […] senza che io lo abbia pensato o mi sia ispirata a lui. Sono parte non solo del suo sangue, ma della sua concezione di vita e dell'intrinseca passione per la realizzazione umana, per l'assoluta integrità, per il rispetto degli altri, per la libertà dello spirito e del pensiero che lui mi ha trasmesso … Intellettualmente egli era formidabile, ma nello stesso tempo era in grado dis piegarmi e discutere di qualsiasi cosa con me bambina, in modo da farmi cogliere che la grandezza di quelle idee che egli andava trasmettendomi, provenissero dalla Grecia, da Dante, da Shakespeare, da Goethe o semplicemente da lui stesso. Per me è stata un'iniziazione senza pari nel mondo del pensiero".

E a proposito del pensiero politico del padre, così racconta la figlia:

"E' stato solo da mia madre che ho saputo dell'enorme popolarità di mio padre come deputato, ma egli stesso faceva sempre riferimento con venerazione a Leonida Bissolati, il suo capo, l'uomo che credo egli abbia più ammirato e rispettato. Mi parlava del suo viaggio a Londra come interprete, durante la prima guerra mondiale, quando Bissolati cercò aiuto dagli inglesi per l'esercito italiano […] Mio padre era anche amico di Gaetano Salvemini; io credo che il suo unico incontro con Mussolini sia avvenuto durante un duello di Salvemini con il duce, quando mio padre fece da secondo a Salvemini […] Mio padre è stato, di fatto, più avanti del suo tempo di circa quarant'anni, ed ha detestato ogni forma di sottomissione. Sfortunatamente, ci volle una seconda guerra mondiale e un Adolf Hitler per dimostrare al mondo la lezione che mio padre istintivamente conosceva".





 
Protagonisti
Leone Caetani
Documento
Lettera di Leone Caetani a Giorgio Levi Della Vida

 

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