Home Page
COMITATO NAZIONALE PER IL
IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA
ACCADEMIA DEI LINCEI
HOME
PROTAGONISTI
INIZIATIVE CRONOLOGIA LUOGHI
A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z  
Documento
  Approfondimenti
Le Corbusier al sesto convegno Volta
 

Il celebre architetto, pittore, designer svizzero, naturalizzato francese, Le Corbusier interviene al convegno con una relazione sul tema: “Le tendenze dell’architettura razionalista in rapporto alla collaborazione delle pittura e della scultura. Lo studio della tendenza che impera invece nell’architettura razionalista di escludere, come superflue secondo una logica rigorosa, il concorso delle arti figurative”.
Il suo è un intervento di rottura e provocatorio verso ogni accademismo e ogni atteggiamento nostalgico nei confronti degli insegnamenti passati. Egli critica la tendenza a fare dell’architettura la disciplina che progetta e costruisce palazzi e grandi opere monumentali, rivendicandole invece una vasta libertà di intervento e di indagine nella società moderna, anticipando molte teorie del design contemporaneo. Permeate inoltre di riflessioni filosofiche ed estetiche, le sue parole vogliono essere un richiamo al cuore e allo spirito, veri e propri principi ispiratori di ogni forma d’arte.
Come era prevedibile le riflessioni e alcune tesi di Le Corbusier provocano un acceso dibattito tra i partecipanti. Tutti, anche coloro che si dichiarano non d’accordo con l’architetto francese, gli riconosceranno la grande forza comunicativa e creativa.
Riportiamo alcuni brani significativi della relazione di Le Corbusier, quelli che maggiormente sono stati oggetto di discussione e di replica nel dibattito seguito al suo intervento. .

“[…] 3. L’odore che emana dai discorsi, dagli scritti, dalle discussioni su questo tema, è odor di passato. Incenso bruciato in certe cappelle. Richiamo a un culto unico basato su un’epoca determinata da punti precisi dell’attività della razza bianca. Certezze troppo limitate a un’epoca – il Rinascimento – certezze di origine scolastica e per ciò discutibili, confutabili, punti d’appoggio senza ragione di esistere. In verità una pagina chiusa: quella degli insegnamenti del XIX secolo nel quale certi accademismi non ci sembrano più altro che insulsaggini.” (pp.119-120)

“[…] 5. L’architettura dei tempi nuovi non è ancora nei palazzi o nelle case. Nulla lo ha permesso, tutto vi si è opposto, poiché il programma sociale non è formulato, o è incompiutamente formulato, oppore intorbidato dalla zavorre dei ritagli, dei residui, delle decomposizioni.
6. L’architettura dei tempi moderni sta negli oggetti stessi che sono il prodotto dei tempi, in tutto ciò che è soggetto alle investigazioni dell’occhio, a ciò che l’occhio vede, misura e apprezza.” (p. 121)

“[…] 10. Non si deve fare miscela di ogni cosa. Affermo che ho il diritto di far entrare nell’architettura ogni oggetto costruito dallo spirito umano, riferentesi al fenomeno ottico: forma sotto la luce. Avevo iniziato il mio primo dibattito sull’architettura nello Spirito Nuovo, nel 1919, con questo: L’architettura è un giuoco sapiente, corretto e magnifico delle forme sotto la luce. La nozione di «giuoco» implicava dunque il fatto d’un intervento peronale illimitato, poiché il giuoco deve giuocarsi da ogni persona messa in presenza dell’oggetto. Questa nozione di «giuoco» affermava l’esistenza del creatore del giuoco, di colui che ne aveva fissato la regola, che, quindi, aveva stampato in quell’oggetto una intenzione formale e visibile.” (p. 122)

“[…] 16. L’architettura dipende dalla pianta e dalla sezione. Il giuoco intero è iscritto in quei due mezzi materiali – uno orizzontale, l’altro verticale – per esprimere il volume e lo spazio.
17. Il giuoco architetturale è tutto lì: le combinazioni. La sinfonia musicale: la diversità, il colore, il silenzio, la dolcezza o il clamore e la forza. Pianta e Sezione! Il giuoco sapiente, corretto e magnifico delle forme sotto la luce.
Tali sono i mezzi.
18. Non ho avuto bisogno di parlare della qualità dei materiali, del loro costo, della precisione della loro messa in opera.
Non ho parlato di modanature, di decorazione scolpita o dipinta, e niente affatto di statue o affreschi, opera di geni o di cretini.
Vi sono molte cose da trattare prima, che sono il fatto stesso dell’architettura.
19. La luce.
Se la luce si spegne, gli uomini dormono.
Le emozioni psico-fisiologiche più fondamentali sono saldate alla forza, all’intensità, alla qualità della luce.
Sole!
Ah, qui interviene il Signore e la sua legge. Noi siamo alla mercè del sole. Tale è la nostra sorte.
Ecco dunque uno dei grandi materiali dell’architettura. Se il vostro ambiente riceve luce dal nord o dal sud, che contrasto! Del nero o del bianco! Tale è la forza della luce solare.
Come avete captata quella luce, come l’avete indtrodotta nella vostra dimora, nella stanza, nell’ambiente architettonico? Ecco appunto il gran giuoco che continua a giuocarsi: Come entra la luce nella stanza?
Tristezza o gioia, non bisogno di cherubini, né di prefiche per far sentire caldo o freddo al vostro cuore, o al mio.” (p. 123)

Reale Accademia d’Italia Fondazione Alessandro Volta, Atti dei convegni 6, Convegno di arti 25 -31 Ottobre 1936-XIV, Tema: Rapporti dell’architettura con le arti figurative, Roma 1937 –XV, pp. 119-129.





 
Cronologia
Il sesto convegno Volta: Rapporti ...
Documenti
Gli invitati al sesto convegno Volta

 

CONTATTI MAPPA RICERCA RICERCA LUOGHI ENGLISH
© Copyright 2002-2003 - ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI