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COMITATO
NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA ACCADEMIA DEI LINCEI |
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Le Corbusier al sesto convegno Volta | ![]() |
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Il celebre architetto, pittore, designer
svizzero, naturalizzato francese, Le Corbusier interviene al convegno
con una relazione sul tema: “Le tendenze dell’architettura
razionalista in rapporto alla collaborazione delle pittura e della scultura.
Lo studio della tendenza che impera invece nell’architettura razionalista
di escludere, come superflue secondo una logica rigorosa, il concorso
delle arti figurative”. “[…] 3. L’odore che emana dai discorsi, dagli scritti, dalle discussioni su questo tema, è odor di passato. Incenso bruciato in certe cappelle. Richiamo a un culto unico basato su un’epoca determinata da punti precisi dell’attività della razza bianca. Certezze troppo limitate a un’epoca – il Rinascimento – certezze di origine scolastica e per ciò discutibili, confutabili, punti d’appoggio senza ragione di esistere. In verità una pagina chiusa: quella degli insegnamenti del XIX secolo nel quale certi accademismi non ci sembrano più altro che insulsaggini.” (pp.119-120) “[…]
5. L’architettura dei tempi nuovi non è ancora nei palazzi
o nelle case. Nulla lo ha permesso, tutto vi si è opposto, poiché
il programma sociale non è formulato, o è incompiutamente
formulato, oppore intorbidato dalla zavorre dei ritagli, dei residui,
delle decomposizioni. “[…] 10. Non si deve fare miscela di ogni cosa. Affermo che ho il diritto di far entrare nell’architettura ogni oggetto costruito dallo spirito umano, riferentesi al fenomeno ottico: forma sotto la luce. Avevo iniziato il mio primo dibattito sull’architettura nello Spirito Nuovo, nel 1919, con questo: L’architettura è un giuoco sapiente, corretto e magnifico delle forme sotto la luce. La nozione di «giuoco» implicava dunque il fatto d’un intervento peronale illimitato, poiché il giuoco deve giuocarsi da ogni persona messa in presenza dell’oggetto. Questa nozione di «giuoco» affermava l’esistenza del creatore del giuoco, di colui che ne aveva fissato la regola, che, quindi, aveva stampato in quell’oggetto una intenzione formale e visibile.” (p. 122) “[…]
16. L’architettura dipende dalla pianta e dalla sezione. Il giuoco
intero è iscritto in quei due mezzi materiali – uno orizzontale,
l’altro verticale – per esprimere il volume e lo spazio. Reale Accademia
d’Italia Fondazione Alessandro Volta, Atti dei convegni 6, Convegno
di arti 25 -31 Ottobre 1936-XIV, Tema: Rapporti dell’architettura
con le arti figurative, Roma 1937 –XV, pp. 119-129.
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