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I LINCEI
NELL'ITALIA UNITA

22 novembre 2003 - 10 gennaio 2004
Comitato Nazionale  per il IV Centenario della Fondazione della Accademia dei Lincei
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PRESENTAZIONE


 

Il 20 settembre 1870 le truppe italiane comandate da Raffele Cadorna entrano a Roma. Dodici giorni dopo, con il plebiscito del 2 ottobre, la città entra a far parte del Regno d’Italia.
Come tutte le istituzioni romane anche l’Accademia dei Lincei, conosciuta invero come Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, da quando nel 1847 Pio IX volle ricomporre il sodalizio sciolto sette anni prima da Gregorio XI, viene sollecitata a mutare denominazione, assumendo quella di Reale al posto di Pontificia.
Non tutti i soci accolsero bene la proposta, tanto che il 4 dicembre il presidente Viale-Prelà rinuncia alla carica e abbandona la seduta accademica seguito da undici soci sui venticinque presenti. L’otto gennaio 1871 viene eletto presidente della Reale Accademia dei Lincei il geologo Giuseppe Ponzi. La storia dell’accademia, fondata dal nobile Federico Cesi quasi tre secoli prima, riparte da questo punto.

La mostra “I Lincei nell’Italia unita” ripercorre il cammino del sodalizio linceo dalla breccia di Porta Pia fino ai giorni nostri, attraverso un secolo di intense vicende che hanno visto il formarsi dell’Italia e degli italiani.
L’esposizione, curata dal socio Tullio Gregory, illustra, attraverso un’attenta selezione di numeroso materiale storico e documentario, molto del quale di proprietà della stessa accademia, le vicende e l’attività dei Lincei nel Ventesimo secolo, mettendo in evidenza come l’accademia non sia stata affatto soggetto passivo nell’incombere degli eventi storici, ma che abbia giocato un ruolo fondamentale nella crescita morale, economica e culturale dell’Italia.

Con l’avvento del Fascismo, l’opposizione al regime, che tanto costò a molti soci, evidenzia lo spirito fieramente indipendente dell’accademia in quel ruolo di guida che la presenza di eminenti personalità tra le sue fila garantiva.
Come Federico Cesi e la sua accademia nel 1600, così i Lincei nel periodo fascista mai intesero rendere schiava la libertà di pensiero innanzi all’oppressione che a tinte sempre più forti si andava delineando in quegli anni.

La mostra ripercorre, con un ampio uso di materiale fotografico, le tristi vicende che portarono al soffocamento del sodalizio linceo da parte del regime fascista che, nel 1926, affiancò ai Lincei, l’Accademia d’Italia, con il chiaro intento di inglobarla progressivamente in una istituzione accondiscendente alle idee del regime.

Lasciato alle spalle il periodo della dittatura, l’Accademia Nazionale dei Lincei poté riprendere la sua attività, pienamente consapevole del ruolo che le spettava nel ricostruire l’Italia.

La mostra, oltre a illustrare il cammino dei Lincei nel quadro delle vicende storiche italiane si sofferma su alcuni personaggi che hanno onorato le sue fila, dove spiccano una lunga serie di premi Nobel in ogni disciplina, ed espone, come ulteriore arricchimento per il visitatore, alcune preziose opere di artisti a cui è stato conferito il Premio Antonio Feltrinelli, che l’Accademia, a partire dagli anni Cinquanta assegna a coloro che si sono distinti nelle proprie discipline, secondo un avvicendamento annuale che prevede, tra le altre, la categoria delle Arti.
Ad alcune opere dei premiati Feltrinelli, la mostra rende omaggio esponendole al pubblico.

L’evento “I Lincei nell’Italia unita” si colloca all’interno del ricco programma di manifestazioni volute per celebrare i quattrocento anni di vita dell’Accademia dei Lincei, fondata il 17 agosto 1603 da Federico Cesi insieme agli amici Anastasio dei Filiis, Francesco Stelluti e Jhoannes van Heeck.

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