La mostra è idealmente suddivisa in quattro sezioni,
ciascuna dedicata a un preciso periodo storico.
Si parte con i Lincei al tempo della breccia di porta Pia, si attraversa
il periodo post bellico con l’avvento del fascismo, si arriva
al periodo dell’Accademia d’Italia e si completa il viaggio
con l’Accademia del dopoguerra fino a conoscere quella attuale,
con le sue iniziative e le sue pubblicazioni.
Il percorso espositivo accompagna con continuità il visitatore
all’interno di questo lungo viaggio linceo, immergendolo nella
storia d’Italia e trasportandolo attraverso le vicende e le attività
che videro coinvolti i soci accademici.
L’esposizione, prima di addentrasi nel vivo, rende
omaggio alla prima Accademia dei Lincei, quella fondata dal nobile Federico
Cesi nel 1603, anno in cui prese corpo e sostanza il sogno del giovane
nobile, allora diciottenne, di creare un sodalizio di studiosi volti
a indagare la natura con occhio attento e acuto, senza pregiudizi, con
spirito libero e critico.
Questa è la grande eredità lasciata da Federico Cesi che, con alterne
vicende, è arrivata a ispirare l’Accademia del 1870.
La mostra espone alcuni cimeli dell’accademia cesiana, e sarà
possibile ammirare il prezioso Lynceographum, ovvero lo statuto
redatto da Cesi per la sua accademia, nonché il volume miscellaneo
delle Gesta Lynceorum, con il famoso oroscopo dell’accademia.
Un cannocchiale e un microscopio ricordano al visitatore il socio più
illustre dell’accademia, Galileo Galilei.
Il grande scienziato avrebbe dato vita ai suoi capolavori proprio all’interno
del sodalizio linceo che da par suo lo avrebbe difeso dagli attacchi della Curia
Romana oltre ad appoggiarlo strenuamente nella sua rivoluzione celeste.
La parte dedicata alla prima accademia lascia il posto
al tema scelto per questa mostra, I Lincei nell’Italia unita.
Con Quintino Sella, presidente dei Lincei dal 1 marzo 1874, inizia questo
viaggio che permetterà al visitatore di conoscere la storia d’Italia
attraverso le vicende accademiche. Sarà possibile vedere lettere
e documenti con i quali i Lincei tentarono la fusione con la Società
Italiana delle Scienze; studiare i disegni di Virginio Schiaparelli
tratti dalle sue osservazioni del pianeta Marte, per la prima volta
pubblicati negli Atti dell’Accademia; trovare esposte molte delle
pubblicazioni dell’Accademia, risalenti alla fine dell'Ottocento,
a partire dal Codice Atlantico di Leonardo per un’edizione
curata dall’editore Ulrico Hoepli (1894-194) e la Forma Urbis
del topografo romano Rodolfo Lanciani, o, ancora, osservare gli strumenti
scientifici del fisico Pietro Blaserna, presidente dell’Accademia
dal 1904 al 1916.
Con Blaserna, il visitatore si accinge a entrare nel periodo post bellico
che vede il lento affermarsi del regime fascista.
Condotto in questo passaggio da un ampio uso di materiale fotografico
d’epoca, il visitatore potrà assistere al lento ma inesorabile
processo di fascistizzazione della cultura italiana, e al soffocamento
del pensiero libero, primo fra tutti quello della stessa accademia e
dei suoi soci.
Sarà possibile leggere i nomi di coloro che aderirono al Manifesto
Gentile e coloro che firmarono il Manifesto Croce, vedere la documentazione
sulle persecuzioni razziali che colpirono la stessa accademia e leggere
l'elenco dei soci decaduti per via di quelle.
La rinuncia di Einstein a socio straniero apre al visitatore la strada
alla storia dell’Accademia d’Italia, fortemente voluta da
Mussolini come sincera espressione della cultura fascista. Anche qui
è ricchissimo l’uso di materiale fotografico documentario,
a testimonianza della vita dell’Italia durante il ventennio e
del ruolo svolto dall’Accademia d’Italia.
L’ultima parte, infine, è dedicata al dopoguerra:
dalla lenta ma determinata risalita dei Lincei ai lustri di un tempo,
le cui attività ripresero già a partire dal gennaio 1946,
sotto la presidenza straordinaria di Luigi Einaudi e Guido Castelnuovo,
fino all’accademia di oggi e alla sua intensa attività
nella promozione della cultura in ambito sia nazionale che internazionale.
Attualmente, attraverso un ricchissimo programma di conferenze e incontri,
nonché di pubblicazioni e iniziative, l’Accademia si pone
come punto di riferimento nel panorama culturale mondiale, testimoniato
dalla presenza nelle sue fila di un grande numero di personalità
illustri e Premi Nobel che il visitatore curioso potrà conoscere
leggendo il pannello dedicato ai soci nazionali e stranieri.
Poiché la storia è fatta da persone, questo
percorso, sul quale si dipana la storia dell’Accademia, abbraccia
alcuni illustri personaggi accademici ai quali è dedicato un
angolo speciale: sarà possibile conoscere Ersilia Caetani Lovatelli,
prima presenza femminile tra le fila dell’accademia, e vedere
l’affettuosa dedica che Gabriele d’Annunzio ha scritto per
lei; Bonaldo Stringher promotore della Banca d’Italia nonché
firmatario del Manifesto per il Prestito Nazionale del 1916; si potranno
scoprire raffinati matematici come Guido Castelnuovo, Tullio Levi Civita,
Vito Volterra e la loro corrispondenza; e questo solo per citarne alcuni.
Ad arricchire maggiormente l’evento, la mostra
espone le opere di alcuni famosi artisti ai quali l’Accademia
ha conferito il Premio Feltrinelli, il prestigioso riconoscimento che
dal 1950 l’Accademia assegna annualmente a tutti coloro che si
sono distinti in determinate discipline, non ultima in quella delle
Arti.
Così, tra il telescopio di Galileo e di Schiaparelli, gli strumenti
scientifici di Blaserna, le foto del laboratorio di Camillo Golgi, il
visitatore potrà ammirare i capolavori di grandi interpreti dell’Arte,
come Joan Mirò, Guido Strazza, Alberto Burri, Lorenzetti.
