Roma, Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana,
Archivio Linceo 3
Italia, XVII secolo
Il manoscritto, cartaceo e in folio (mm. 423 x 280), consta di 31 carte vergate da tre diverse mani: le tre scritture che si individuano nel
codice per il Gabrieli 1989, p. 1056 sono quelle di Federico Cesi, di Johannes van Heeck e, forse, di Francesco Stelluti, i tre sodali che,
con Anastasio De Filiis, misero in campo la milizia filosofica lincea. Il codice pervenne all’Accademia grazie alla donazione del duca Mario Massimo,
che lo aveva acquistato nel 1856 in occasione della vendita della biblioteca Albani, nella quale erano confluiti numerosi volumi appartenuti
alla biblioteca cesiana. Di recente il Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell’Accademia Nazionale dei Lincei ha promosso
un intervento di restauro digitale del manoscritto.
Gli scritti racchiusi nel codice miscellaneo rinviano in primo luogo al 1603, anno di costituzione dell’Accademia dei Lincei, e al Mercurialis
influxus, che Cesi e i suoi compagni, fidando in una felix collocatio Mercurii, credettero propizio all’attività scientifica della prima Accademia,
tanto da elaborare una tabella astrologica (il cosiddetto oroscopo linceo) incollata sulla carta 3r del volume.
Seguono i verbali delle prime adunanze dell’Accadema e le cronache dei quattro fondatori, ognuno dei quali, secondo l’uso invalso in altre accademie,
scelse un soprannome, un emblema e un motto. A dispetto dei calcoli matematici e delle osservazioni celesti, che avevano indotto a ritenere favorevole
la congiuntura astrale, l’Accademia nacque e si sviluppò in un clima di diffidenza e di sospetto alimentato dalla famiglia stessa del giovane Cesi:
in breve tempo infatti l’ostilità crescente per le speculazioni lincee induce il padre di Federico a interrompere, anche se non definitivamente, il sodalizio,
costringendo Van Heeck alla fuga da Roma (e dal figlio).
Con il racconto delle peregrinazioni di Van Heeck (carte 23v-29r) la prosa dei Gesta Lynceorum smette il tono cronachistico e cancelleresco, e la
narrazione si fa mossa e intensa e, soprattutto, ricca di particolari che lasciano meglio intendere lo spirito della prima Accademia. Vediamo
infatti Van Heeck in alcune città italiane (Siena, Firenze, Pisa, Genova, Milano, Torino), affiancato da una brigata di “guardie e di cialtroni”,
messa alle sue costole dal padre di Cesi, che lo abbandonerà solo a Torino. Sempre intento alla speculatio delle cose naturali, egli stabilisce di
“affidare alle carte” note e osservazioni sulle differenze delle piante, degli insetti e degli animali in genere, visita biblioteche, incontra dotti
dai quali sostiene di apprendere “illustri misteri”.
Anche nelle città d’oltralpe (tra le altre Lione, Parigi, Londra, Amsterdam, Colonia, Praga) Van Heeck, pur angustiato da difficoltà economiche,
continua a scrutare gli arcani della natura e a compilare libelluli nei quali l’osservazione scientifica e l’immagine disegnata costituiscono il
nesso stretto che avrebbe in seguito caratterizzato la più grande fatica editoriale dei Lincei, il Tesoro messicano; ma, soprattutto, attende a
“raccogliere libri manoscritti e stampati che sapeva sarebbero stati graditi ai Lincei”. Non si tratta certo di un gusto puramente collezionistico,
ma dell’esigenza di provvedere i Lincei di testi necessari ai loro studi, condivisa da Cesi che vide nelle “compite librarie” uno strumento indispensabile
alle investigazioni lincee.
Bibliografia essenziale
- A.M. Partini, I primi Lincei e l’ermetismo, in “Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Rendiconti della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche”, s. VIII, XLI, 1986, pp.59-86.
- G. Gabrieli, Gli scritti inediti di Giovanni Ecchio Linceo (1577-1620?), in Contributi alla storia dell’Accademia dei Lincei, tomo II, Roma 1989, pp. 1053-1078. I Contributi, cit., in due tomi, raccolgono gli scritti che Gabrieli, bibliotecario dell’Accademia dal 1903 al 1942, dedicò allo studio dei primi Lincei.
- G. Gabrieli, Qualche altra notizia sugli scritti e sulla vita di Giovanni Ecchio Linceo, in Contributi, cit., tomo II, pp. 1093-1115.
- I. Baldriga, Gesta Lynceorum, in Il trionfo sul Tempo, Modena 2002, p. 71.
N.B.Tutti i documenti sono in formato PDF
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