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CENTO ANNI DI ASTRONOMIA
IN ITALIA 1860-1960

Comitato Nazionale  per il IV Centenario della Fondazione della Accademia dei Lincei
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PRESENTAZIONE


 

"Ogni serena sera vediamo le cose nuove del cielo, officio veramente da Lincei. Giove co' suoi quattro e loro periodi, la luna montuosa, cavernosa, sinuosa, acquosa. Resta Venere cornuta e 'l triplice suo Saturno, che di mattino devi vederli (…)"
Così Federico Cesi, il princeps dell'Accademia, scriveva a Francesco Stelluti il 30 aprile 1611, manifestando il turbamento e lo stupore indotto dalle osservazioni astronomiche fatte per mezzo del "telescopio rivolto verso il cielo". La sera del 14 aprile, nove giorni prima l'ascrizione di Galileo a socio linceo, Federico Cesi organizzava sul Gianicolo una "filosofica ragunata", che durò "dalle 20 hore fino alla mezza notte, tutta consumata in dispute e colloqui dottissimi", adoperandosi subito dopo a organizzare gli incontri dell'illustre socio con gli ambienti culturali romani, oltre a tentare egli stesso la costruzione di un cannocchiale. Non a caso, quindi, le celebrazioni del IV Centenario dell'Accademia Nazionale dei Lincei si aprono nell'anno 2003 con un convegno dedicato all'astronomia. Il Convegno "Cento anni di Astronomia in Italia 1860-1960" intende ripercorrere un secolo di astronomia nazionale, dalla situazione della ricerca nel momento dell'unità d'Italia all'impiego delle nuove tecnologie che, negli anni Sessanta, rivoluzionarono le conoscenze sino ad allora acquisite sull'Universo. In questo contesto emergono alcune figure particolarmente importanti di studiosi italiani che, tuttavia, sono rimaste a lungo poco conosciute. Tra questi Padre Secchi, una delle maggiori personalità dell'astronomia del secondo Ottocento, non a torto considerato il padre dell'astrofisica e uomo dal molteplice ingegno, invero poco considerato dalla storiografia scientifica di settore. Ben altra eco hanno avuto i lavori di Giovani Virginio Schiaparelli, astronomo di fama internazionale grazie ai suoi studi sulle stelle doppie, sulle stelle cadenti e, soprattutto, su Marte. Proprio in seguito ai lavori sul "pianeta rosso", pubblicati sugli Atti della Reale Accademia dei Lincei, la fama di Schiaparelli ha travalicato i confini della scienza contribuendo, involontariamente, a tutta una serie di visioni assai poco scientifiche che accompagnarono le speculazioni sul pianeta. Nel primo Novecento emerge la figura di Vito Volterra, studioso di fama internazionale, Presidente dell'Accademia dei Lincei e grande organizzatore della vita istituzionale in ambito nazionale e internazionale, in un periodo, quello tra i due conflitti mondiali, assai delicato sia politicamente che culturalmente. L'astronomia italiana nell'immediato dopoguerra, generalmente piuttosto attardata rispetto alle altre realtà europee, e il poderoso sviluppo della ricerca astrofisica nazionale degli anni Sessanta indirizzano il convegno, come in un sorta di viaggio idealmente iniziato con Galileo e l'Accademia degli albori del Seicento, ai progetti di recupero e riordino degli archivi degli osservatori italiani, ricchissime testimonianze della cultura astronomica in Italia. Come il telescopio apriva gli immensi orizzonti celesti allo sguardo linceo, così il microscopio, come venne rinominato l'occhialino di Galileo in seno all'Accademia, traghettò le acute osservazioni dei soci nei segreti della Natura più minuta dove l'occhio degli accademici più assiduamente si incentrò, si interrogò ed elaborò: piante e animali, fiori e insetti, funghi e semi. Il passaggio del testimone in questo viaggio esplorativo nella Natura che dura da quattrocento anni, è sancito con il convegno dedicato a Federico Cesi e alla sua opera di naturalista organizzato dal Comitato e dall'Accademia per l'autunno del 2003.




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